Il restauro dei dipinti - Chiesa di San Vittore

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Il restauro dei dipinti

...dal dialogo
Estratto dal giornale del comune con cui si è iniziata una collaborazione per la condivisione della stampa


IL RESTAURO DEI DIPINTI, DEGLI STUCCHI E DELLE PARETI DELL’AULA.
Dai primi giorni di marzo di quest’anno, e per ben otto mesi

consecutivi, Gian Stefano, Viviana, Betti e Costanza, restauratori
della ditta Gasparoli ai quali si è aggiunta nelle ultime settimane
anche Loredana, hanno scalato i quattro piani della poderosa
impalcatura che occupava tutta la navata centrale per
toccare e curare le volte e i muri della nostra chiesa parrocchiale.
Lui, il Gian Stefano, era stato il primo ad intervenire,
nel maggio del 2011, per staccare dalla parete nord della navata
centrale - prima che venisse abbattuta - il dipinto di S.
Vittore a cavallo affrescato nel 1925 da Luigi Morgari (1). L’emozione
di toccare coi polpastrelli la rugosa superficie della
volta ed ammirarne da vicino le pitture, è stata tanto grande
quanto la delusione nel constatarne l’inconsistenza: il tempo, la
condensazione superficiale, le infiltrazioni di acque meteoriche
con la formazione di efflorescenze saline, avevano reso le decorazioni
a secco, eseguite da Egidio Nicora (2), decoese e polverulente. Mentre gli affreschi del Morgari
- ad eccezione del medaglione raffigurante il Sacro Cuore di Maria attaccato da infiltrazioni - nonostante
fossero coperte da uno strato di particellato atmosferico e con le cornici dorate rese scure dall’ossidazione,
mostravano ancora la loro integrità e bellezza. Inoltre, profonde crepe avevano intaccato il soffitto,
provocando in certi punti la caduta degli intonaci circostanti.
Il cammino delle operazioni di restauro inizio con la pulitura
dellntera superficie, mediante ltilizzo di spazzole in fibra vegetale,
aspiratori, spugne wishab , mollica di pane ed impacchi
di pasta di cellulosa satura dcqua distillata carbonato dmmonio.
Nel frattempo venivano eseguite le stuccature delle crepe,
delle parti mancanti ed il consolidamento degli intonaci con
iniezioni di malta fluida a base di calce idraulica naturale nonche
i calchi degli stucchi dei capitelli delle lesene per la ricostruzione
delle parti danneggiate o andate distrutte durante le
demolizioni. Dopo le operazioni di pulitura e di assaggio stratigrafico,
dellmpianto decorativo di Egidio Nicora - realizzato
con la tecnica della tempra con colla di pesce - rimaneva ben
poco. Solo sugli archi, sottarchi e nei transetti e stato possibile conservare quasi interamente le decorazioni
del 1920. La decisione che fu presa fu quella di semplificare, di non ricostruire le decorazioni e di
completare con la tecnica della velature i medaglioni intaccati dallmidita: sia quelli del he quelli dei Santi sopra la balconata dellrgano. La volta del presbiterio e dellbside e stata dipinta di un colore grigio chiaro, mentre per la navata centrale un tenue colore ocra ha sostituito il precedente
apparato decorativo. Il risultato, insperato, e stato quello di avere una volta piu luminosa ed una piu chiara lettura degli affreschi e delle decorazioni rimanenti.
I lavori di pulitura a secco della volta del presbiterio e delle cinque
vele dellabside, hanno evidenziato il disegno preparatorio
in terra rossa (sinopia) di presumibili affreschi che popolavano il
soffitto e irrimediabilmente persi da tempo con la caduta o la
rimozione dellntonachino.
Come succede molto spesso in questi casi, dove lntichita dei
muri nasconde, sotto strati di pittura e di intonaco, adeguamenti
liturgici, mode e disastrosi restauri, anche noi, oltre alla scoperta
delle sinopie, abbiamo avuto modo di testimoniare un piccolo
pasticcio.
Alcuni giorni prima di Pasqua, mentre si procedeva alla pulitura a secco e
allsportazione delle vernici lungo i cornicioni del presbiterio, la luce di
un faro puntato contro la parete verso la sacrestia e un piccolo distacco
di vernice in corrispondenza dellncavo ovale in cui alloggiava il quadro
della vevano messo in evidenza delle incisioni che facevano
subito pensare alla presenza di un affresco. Con molta emozione e
rispetto, con lusilio di bisturi, i restauratori procedettero allsportazione
degli strati di vernice su due porzioni di parete ai lati dellncavo. Quel
poco che si stava scoprendo confermava i nostri timori: sotto quegli strati
di vernice color ocra si nascondeva un dipinto di notevole fattura. Lperazione
fu ripetuta anche sulla parete opposta, che presentava le stesse
evidenze, ottenendo i medesimi risultati. Il discialbo completo delle
due pareti ha portato alla luce i resti di due affreschi ben conservati, deturpati
nella parte centrale da uno scasso profondo circa tre centimetri
dentro i quali, purtroppo, durante i primi anni del secolo XIX furono alloggiati
i due quadri ad olio raffiguranti: 3).
I due affreschi nella loro interezza raffiguravano: uello sulla parete a nord verso il campanile e ulla
parete opposta (4).
Non avendo notizie drchivio che possano aiutarci ad immaginare la scena allnterno delle parti mancanti,
risulta impossibile una loro ricostruzione. Tuttavia, quello che ci e stato trasmesso dei due affreschi,
verra restaurato a testimonianza di momenti di insensibilita o arroganza.
La decisione di asportare gli ultimi due strati di pittura dalle lesene in pessimo stato di conservazione,
che testimoniavano gli interventi di restauro rispettivamente del 1974 e del 1918, ci ha ridato i loro colori
originali realizzati con lmpliamento del 1704. Il rosso verona per le specchiature centrali, il grigio,
con striature finto marmo, per i bordi. La fascia di trabeazione, che ricordavamo verde chiaro ornata da
ghirlande color oro, e stata anchssa riportata al colore originale con integrazione pittorica in finto marmo.
I pregevoli stucchi - vere e proprie sculture che formano i capitelli
delle lesene e che ornano le pareti di fondo dei transetti
(5) e la fascia di trabeazione - hanno subito una drastica operazione
di pulitura e di eliminazione dei diversi strati di vernice,
sino a mettere a nudo il color grigio chiaro della malta di calce
calcica. Per il loro ripristino pittorico è stato mantenuto il colore
grigio chiaro per le decorazioni dei transetti, mentre per i capitelli
è stato utilizzato un grigio più scuro, in armonia con i bordi
delle lesene. Sulle cornici ed i contorni a carattere floreale, è
stata riproposta un’ombreggiatura color oro con tonalità opaca,
tale da farli risaltare maggiormente sul colore verde acqua della
parete. Le pareti e i soffitti delle nuove navate sono chiari, di
un grigio leggero che richiama le malte degli stucchi settecenteschi
dei transetti.
L’ immagine del nuovo interno della nostra chiesa parrocchiale,
ci racconta tre stili differenti, tre epoche diverse: fino al’altezza
dei cornicioni, l’eleganza, la sfarzosità e i colori del barocco; i
soffitti della navata centrale e dei transetti, con i dipinti del
Morgari, di ciò che rimane delle decorazioni del Nicora e i nuovi
colori chiari dello sfondo, il novecento; le nuove navate laterali,
la semplicità e il minimalismo moderni.
L’armonia dei colori, la bellezza degli stucchi riportati alla loro
originale vitalità e la nudità delle pareti, conferiscono all’aula
una calda atmosfera di accoglienza e raccoglimento.

11 / 2014
lorenzocarabelli
(1) – Luigi Morgari ( Torino 1857 – 1935). Oltre al dipinto del patrono realizzò, sulla volta della navata
centrale, anche : La deposizione del Cristo dalla croce, Il transito di S.Giuseppe e quattro medaglioni
laterali raffiguranti: il Sacro Cuore di Gesù, il Sacro Cuore di Maria , S.Pietro e S.Paolo. Vedi “ in Dialogo
“ ottobre 2011.
(2) – Egidio Nicora ( Azzate 1883 – 1939).Decoratore, doratore,verniciatore. - Vedi “ In Dialogo
“gennaio /marzo 2013.
(3) – I due dipinti, congiuntamente ad altri due raffiguranti :S.Pietro e S.Eurosia ,furono oggetto del furto
avvenuto nel maggio del 1998.
(4) – “, parietes albi et in capella majori depicti ,ubi nativitas S.Victoris, et ejus martirjum exprimitur.”
Documenti visita pastorale S.E.Cardinale Arcivescovo Joseph Puteobonello ( 1755) - Archivio
storico diocesano.
(5) – Gli spazi che oggi, dopo i recenti restauri chiamiamo: transetti erano le cappelle dedicate alla Beata
Vergine del S.Rosario e a S.Eurosia – Vedi “In Dialogo” ottobre/dicembre 2012.
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