La facciata - Chiesa di San Vittore

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La facciata

...dal dialogo

Tra le prescrizioni imposte dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano al recente progetto di ampliamento e restauro della nostra chiesa parrocchiale, v’è anche la conservazione della facciata disegnata dall’ingegnere Pedoia di Varese e realizzata all’inizio del secolo scorso con l’allungamento della navata (1).
Orientata ad ovest e costruita riutilizzando, in parte, le grosse pietre che componevano la vecchia facciata settecentesca. Ha un aspetto sobrio e la forma a capanna. Lo spiovente è impreziosito da un cornicione in mattoni e cemento che rientra per formare un timpano che al centro si risolve in un arco che annuncia una apertura - finestra - rettangolare lobata. Dalla base del timpano partono quattro lesene a forma di colonne incassate che appoggiano su di una zoccolatura in intonaco bugnato interrotto da un marcapiano in pietra. Le quattro lesene suddividono la facciata in tre parti. Al centro il portone, l’ingresso principale, sovrastato dalla finestra lobata ai lati, due nicchie. Sotto la nicchia di sinistra è incastonata una lastra in pietra con iscrizione attribuita agli ultimi secoli dell’Impero romano (2).

I mattoni con cui sono costruite le lesene furono all’inizio lasciati a vista in modo da far meglio risaltare il colore chiaro del cemento con cui erano stati realizzati il timpano, la doppia architrave, i capitelli, le cornici delle nicchie, del portone di ingresso e della finestra.  Le cornici in cemento, tipiche del periodo, sono impreziosite da semplici elementi decorativi.
Sette gradini in cemento e graniglia (3) uniscono il selciato del sagrato al portone di ingresso. Sette scalini per superare appena un metro di dislivello, ma che rappresentano un efficace palco per foto di gruppo in ricordo di momenti di comunione parrocchiale: battesimi, matrimoni, cresime, visite pastorali.

Alla fine degli anni settanta, il vecchio portone in legno fu rinforzato e rivestito da una pannellatura in larice (4).                   
I recenti lavori di ristrutturazione e ampliamento hanno dato una nuova fisionomia alla nostra chiesa parrocchiale e la facciata, con l’aggiunta delle due nuove navate laterali, diventa a capanna spezzata. La soluzione proposta dal progettista (5) per accostare i due nuovi volumi è discreta, quasi impercettibile, tanto da esaltare la facciata esistente. Solo la continuazione della zoccolatura e i cornicioni spioventi conferiscono il senso unitario alla costruzione.


A  sud  la chiesa acquista una nuova facciata ed un nuovo ingresso di fronte a quello esterno della sacrestia sul quale verrà posizionato il portale settecentesco recuperato durante gli scavi archeologici (6). Il nuovo varco laterale ricorda l’ingresso a mezzogiorno esistente nel settecento che attraversava il mortorio passando accanto al battistero.(7)
Lorenzo Carabelli    02 . 2014



(1)   a - " Nell’anno 1911 si radunò in casa parrocchiale una commissione di 14 persone col Parroco per  raccogliere denari per  l’ampliamento della chiesa parrocchiale . Raccolti dei denari si fece fare il disegno dal sig. ingegnere Pedoia di Varese.”     
(1)   b – " Dona Josefina Faguaga vedova di Martignoni Daniele morta il 3 febbraio 1918 lasciò alla chiesa L. 1500 per la facciata.”     Il costo totale dell'ampliamento fu di L.10800.                                                                       --- Quaderno cronologico parrocchiale –  a) Brioschi don Antonio Parroco , note del  9/ 05/ 1912  -  b) Sac. Genoni Carlo parroco, note del 28/07/1931. -  Archivio Storico parrocchiale –
(2) Vedi Dialogo settembre 2011.
(3)   Al principio erano  tre gradini, diventano sette negli anni trenta del secolo scorso.  Realizzata quasi sicuramente da un artigiano del paese: Ambrogio  Triacca , detto " ul  Brusinett" cementista.  La miscela è composta da 2 parti di cemento bianco, due di graniglia bianca e una parte di graniglia nera .
(4) l'intervento fu fatto da alcuni parrocchiani coordinati dall'artigiano Broggi Fernando.
(5) Arch. Darko Pandakovich.
(6) Restaurato dal marmista Tibiletti di Azzate
(7) L'ingresso fu smantellato  e il battistero traslato sul lato opposto a metà del secolo XIX per far posto ai mantici dell'organo recentemente acquistato.

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